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Leodegario Picanyol SchP

S. Giuseppe Calasanzio nell'arte e iconografia varia

L'Eco dei Nostri Centenari, a cura di Leodegario Picanyol, Roma, 1949, N° 13-14 (Supplemento di Ephemerides Calasanctianae 1949:3-4), 32-37. – Tabula ad Andream Sacchi (1598-1661) attributa, opus Dominici Corvi (1721-1803) est (cf. Pansecchi, Fiorella, Domenico Corvi, l'apparato della Basilica Vaticana de 1767 e San Giuseppe Calasanzio, in Prospettiva 1989/1990, 56-70; vö. Ephemerides Calasanctianae 1992, 265-266).

Sotto il titolo che precede non intendiamo dare un elenco particolareggiato di tutti i quadri, artistici o meno, raffiguranti in qualche modo S. Giuseppe Calasanzio, che si trovano nelle no stre case e chiese, nei musei e pinacoteche, o in altri luoghi pubblici e privati, ne tantomeno descrivere la ricca iconografia del nostro Santo nei tre secoli che ci separano dalla sua morte. Elucubrazione questa davvero interessante, che potra farsi forse in altro tempo e in altra sede. Dato il carattere volutamente divulgativo di questa nostra pubblicazione, dobbiamo limitarci a citare i la vori piu importanti sotto il punto di vista prettamente artistico, come pure, quanto alla iconografia, ci contenteremo di alcuni brevi cenni illustrativi.

Le pitture ed opere d'arte relative al Calasanzio possono raggrupparsi in quattro classi: a) pitture ed opere col Calasanzio da solo; b) accompagnato da bambini; c) con l'intervento della Ma donna e del Bambino Gesu; d) il Calasanzio sotto scene speciali.

a) Pitture col Calasanzio da solo

[1.] Forse la piu antica pittura del Calasanzio e quella fatta riprodurre da Mons. Michele Balaguer vescovo di Malta e regalata in dono alla nostra casa di Messina nel 1660. Detta tela venne ricavata da un disegno o schizzo fatto fare in Roma nel 1644 dal medesimo Monsignore, vivente ancora il Santo, allora in eta di 87 anni. Di tale disegno parla il Talenti, a pag. 555 della sua Vita di S. Giuseppe Calasanzio. L'originale di detto quadro, di autore ignoto e non privo di pregio arti stico, si conservava ancora in Messina nel 1664: copie dello stesso sono a Firenze (S. Giovannino) e a Roma (Museo calasanziano di S. Pantaleo). Intorno a questa pittura cfr. quanto fu scritto in Ephemerides Calasanctianae an. 1932, p. 153 e in L'Eco dei nostri Centenari, n. 6 (1946) p. 20.

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[1.] a) Copia tabulae S. Iosephi Calasanctii qua, eodem annos 87 iam nato, Romae pingendam curavit ep. Melitensis (asservatur in Domo S. Pantaleonis); b) Altera iusdem tabulae copia (Florentiae custodia) [cf. Ephemerides Calasanctianae 1932, 152-153]; c) Copia verae effigiei S.P.N., Roma, San Pantaleo, Giuseppe Mazzarese, 1864 [cf. Ephemerides Calasanctianae 1967, 303; Diccionario Enciclopedio Escolapio, II, Salamanca, 1982, 112-113].

[2.] Piu nota dell'anteriore e sicuramente di maggior pregio arti stico e la tela raffigurante S. Giuseppe Calasanzio, dipinta dal l'insigne pittore fiorentino Giov. Maria Morandi (1622-1702) nel 1660 e regalata al p. Generale di allora Camillo Scassellatis. Il quadro, di vaste proporzioni, si conserva nel Museo calasanziano di S. Pantaleo ed, e stato piu volte riprodotto nelle pubblicazioni scolopiche, essendo ritenuto come la vera effigie del Santo Fondatore delle Scuole Pie. Da notarsi che il Morandi non solo conobbe il Calasanzio, ma fu anche in rapporti con lui.

[3.] Un'altra opera d'arte e il quadro, di piccole dimensioni, di pinto da Luca Giordano (1632-1705) in epoca imprecisata e larga mente riprodotto dappertutto. Si conserva nella camera del p. Generale in S. Pantaleo.

[4.] Altri quadri artisticamente non spregevoli sono uno che sta in Chiavari, eseguito nel 1678 dal pittore Rosini su ordinazione del p. Gabriele Bianchi, divulgato dal p. Giuseppe Del Buono e un altro che rappresenta il Calasanzio in estasi, quadro fatto ese guire dopo il 1815, a quanto pare, dal p. Pietro Rossi, ligure e acquistato recentemente dalla casa di Ovada. Del primo esistono riproduzioni a tipo cartolina; del secondo furono fatte piccole immaginette.

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[2.] Tabula S. Iosephi Calasanctii ab eximio pictore Ioanne Morandi, Florentino, perfecta (asservatur in Domo S. Pantaleonis) [cf. Ephemerides Calasanctianae 1932, 152-153]; [5.] S. Giuseppe Calasanzio (da un quadro antico conservato in Fanano) [cf. L'Eco dei Nostri Centenari 1949, N° 13-14, 12-13]

[5.] La nostra casa di Fanano, gia da tempo soppressa, possedeva una antichissima tela, raffigurante il Calasanzio, della quale furono fat te parecchie incisioni al tempo della beatificazione.

[6-7.] Va pure ricordato in questo luogo un pregevole lavoro in legno, eseguito prima della beatificazione del Calasanzio, esistente nel coro del duomo di Lerida, come sono altresi degni di nota i bei quadri di S. Giuseppe Calasanzio, eseguiti dall'esimio pittore scolopio lituano, il fr. Luca Hübel, che potemmo ammirare nella nostra visita alle case dei Sczuczin e Lubieszów in Polonia.

b) Quadri ed opere d'arte con S. Giuseppe Calasanzio ac compagnato da bambini

Sappiamo dal p. Caputi che i primi quadri raffiguranti il Calasanzio furono opera del pittore Barbarino: prendendo per base la ieratica figura creata da questo pittore, sorsero subito composizioni piu complesse, e cioe quadri e incisioni con il Calasanzio attorniato da bambini oppure con la Madonna e il Bambino Gesu benedicente.

[1.] Del primo tipo e una incisione antichissima, dallo stile barocco, riprodotta talvolta anche a tela, della quale parla lungamente il p. Caputi in una descrizione, pubblicata in latino in Ephem. Cal. an. 1933, pp. 156-157. A tale proposito debbo notare che per una svista scrissi in quel luogo, p. 158, che di quella incisione non si conservava copia veruna ne in Italia, ne fuori, mentre invece se ne trova una bellissima nell'archivio, qui riprodotta.

[2.] Un'opera d'arte meravigliosa nel genere che studiamo e la statua di S. Giuseppe Calasanzio, collocata nella Basilica Vaticana, opera dello scultore Innocenzo Spinazzi.

[3.] Anche la pittura e rappresentata da un'opera magnifica, il quadro cioe di Andrea Sacchi (1598-1661), [!Domenico Corvi (1721-1803)] largamente divulgato durante le presenti feste centenarie, sia per mezzo d'immaginette che con le medaglie commemorative. Il quadro del Sacchi, acquistato in Napoli dal p. Provinciale Romano Gaetano Sodini, nel 1897, si conserva ora nella casa di S. Pantaleo.

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[1.] S. Giuseppe Calasanzio (da un incisione antica, riprodurre dal p. Caputi, verso il 1651); [2.] Roma, Basicila di San Pietro, Innozenzio Spinazzi, 1755; [3.] Roma, San Pantaleo, Domenico Corvi, 1767.

c) Pitture ed opere d'arte raffiguranti il Calasanzio con la Madonna e il Bambino benedicente

I soggetti di questo genere sono di gran lunga superiori a tutti gli altri. Il motivo, starei per dire, quasi stereotipato di tutti questi quadri ed opere d'arte e l'apparizione della Madonna col Bambino che benedice maestri e scolari.

[1.] Intorno all'origine ed evoluzione storica dei primi quadri di questo genere, cfr. Ephemer. Calas., an. 1933, p. 151. Stando a quanto ivi e detto, non v'e dubbio che, storicamente parlando, i primi quadri, dove compare S. Giuseppe Calasanzio, inginocchiato davanti alla Madonna col Bambino Gesu, alludevano all'apparizione della Madonna dei Monti, di cui si e parlato sopra. Siffatto particolare e stato in seguito dimenticato per dar luogo all'idea generale di una apparizione della Madonna col Bambino Gesu. Divulgatosi, quindi, siffatto concetto, d'altronde tanto caro e simpatico, per tutte le nostre case e collegi, non deve recar meraviglia se, specie dopo la beatificazione, si moltiplicassero dovunque gli altari dedicati al nuovo Santo, altari spesso arricchiti di tele piu o meno pregevoli, sebbene prive generalmente di originalita, in quanto quasi sempre ispirate ai capolavori eseguiti in Roma.

[2.] Primo quadro della cosiddetta Apparizione e quello, di autore anonimo, esistente nell'oratorio di S. Pantaleo, quadro che taluni vogliono far risalire, a torto, ai tempi del Calasanzio. L'origine e il significato di siffatto quadro si presterebbero ad un interessante studio che non e di questo luogo. Comunque, per ora, basti dire che il quadro in parola e ritenuto come il primo e piu importante monumento a conferma della tradizione ormai secolare della ce lebre apparizione della Madonna a S. Giuseppe Calasanzio, circondato dai bambini della sua scuola.

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[1.] a) Specimen primae tabulae a Barbarino depictae Calasanctinum exhibens ante B.M.V. a Montibus (asservatur in Archivo Generali); b) Exemplar a prima Barbarino tabula depromptum; [2.] Apparizione della SS. Vergine col Bambin Gesu benedicente a S. Giuseppe Calasanzio e a' suoi Alumni nella Cappella di S. Pantaleo in Roma (S. Pantaleo Roma)

[3.] Un altro quadro veramente classico, notissimo e anche varia mente riprodotto (la prima volta nel frontespizio della Vita di S. Giuseppe Calasanzio, scritta in latino dal p. Bonada) e quello di Sebastiano Conca, di Gaeta, (1679-1764) che lo dipinse in quella citta nell'eta di 86 anni. Questo capolavoro del Conca, di vaste proporzioni, stette in Roma sino al 1830, in cui venne acquistato dal p. Massimiliano Ricca, che lo trasferi a Siena, nella nostra chiesa di S. Agostino, attigua al collegio Tolomei, dove attualmente si trova.

[4.] Il Masucci dipinse pure un quadro non spregevole sul mede simo soggetto, che fu collocato per piu anni nella cappella dedicata al Calasanzio in S. Pantaleo.

[5.] Nel 1765 fu dipinto da Gaetano Lapis (1706-1776) un gran quadro che rappresenta l'Assunta con S. Giuseppe Calasanzio e gli scolari in atto di orare. Questa bellissima tela, una delle poche cose superstiti dell'antico Collegio Calasanzio di Roma, si custodi fino al 1892 in S. Pantaleo, nel quale anno venne collocato nell'altar maggiore della chiesetta di S. Giuseppe Calasanzio della Casa Generalizia di via Toscana, e venduta questa nel 1917, riparo a Frascati, dove attualmente si conserva.

[6.] La chiesa nostra di Saragozza vanta un'opera d'arte nel magnifico quadro detto dell'Apparizione, attribuito comunemente a Francesco Bayeu.

[7.] Nel secolo scorso, e precisamente verso il 1840 Amalia de Petter dipinse nella nostra chiesa di Litomysl una riuscitissima tela sul solito soggetto dell'Apparizione.

[8.] Anche nel Collegio Nazareno, il celebre pittore Pietro Gagliardi (1809-1890), per incarico del Rettore Alessandro Checcucci, decoro mirabilmente la cappella od oratorio, essendo uno dei piu pregevoli lavori quello che rappresenta il Calasanzio e l'Apparizione della Madonna, del quale sono state eseguite numerose riproduizioni in formato cartolina.

[9.] Finalmente, all'infuori della pittura, dobbiamo citare un bellissimo basso rilievo, proveniente dell'antica casa di Volterra e ora esistente nel Museo calasanziano di S. Pantaleo. Esso risale ai principi del secolo XVIII.

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[3.] Siena, chiesa di S. Agostino, Sebastiano Conca, 1763; [8.] Roma, Collegio Nazareno, Pietro Gagliardi; [9.] Anagylptum: S. Iosephum Calasanctium ante B.M.V. a Montibus referens (asservatur olim in domo Volaterrana)

d) il Calasanzio sotto scene speciali

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Madrid, S. Antón, F. Goya

Citeremo soltanto due delle pitture piu note: una, il bel quadro, d'autore ignoto, col Calasanzio in abiti sacerdotali e in estasi davanti alla Madonna, gia conservato nella nostra Chiesa di S. Lorenzo in Piscibus, e che ora trovasi nello Studentato italiano di Monte Maria; l'altra, il famoso quadro del Goya, Ultima Comunione di S. Giuseppe Ca lasanzio, riprodotto piu e piu volte, che si puo ammirare nella chiesa dei PP. Scolopi di S. Anton, di Madrid.

Iconografia varia

L'iconografia di S. Giuseppe Calasanzio e varia e copiosa. Come per le pitture, i soggetti in essa riprodotti, specie per il periodo sino alla canonizzazione, rappresentano il Calasanzio, o da solo, o accompagnato da bambini, oppure con la Madonna e il Bambino Gesu benedicente. Raramente compaiono scene speciali.

Immediatamente dopo la morte del Calasanzio, ebbero una grande diffusione le incisioni, dove egli era variamente rappresentato, e cio per opera sopratutto del p. Caputi, la cui attivita anche in questo settore divenne instancabile. Man mano che i processi di beatificazione seguivano il loro corso, vennero fuori qua e la altre nuove e svariate incisioni, assai differenti, quanto alle sembianze del Calasanzio, dalle prime e piu autentiche, curate tanto scrupo losamente dai pp. Caputi, Berro ed altri che avevano conosciuto il Santo Fondatore. Le incisioni non solo si fecero in Roma, ma anco ra nelle altre provincie d'Italia e persino all'estero. Tra queste, e notevole quella data in luce in Boemia nel 1717, in occasione del primo Centenario dell'erezione delle Scuole Pie. Venne, poi, la volta della pubblicazione dei processi e sopratutto delle vite del Calasanzio, il frontespizio delle quali si volle fregiato di apposite incisioni. Cosi avvenne per la vita compilata dal p. Alessio Armini, edita nel 1710; per quella del p. Cinacchi, nel 1734; per le tre stampate dal p. Talenti nel 1735, 1748, 1753; per quella del p. Bonada nel 1764.

In occasione della beatificazione (1748) e della canonizzazione (1767), le incisioni venute fuori in Roma e in tutte le provincie sono innumerevoli. Di quasi tutte queste incisioni relative al Calasanzio, specie dal 1648 al 1770, si conserva nell'archivio generalizio una preziosa raccolta, la quale sarebbe suscettibile di un inte ressantissimo studio, che dovrebbe essere corredato dalla riprodu zione delle singole incisioni.

Koltai András, 2010 – URL: http://archivum.piarista.hu/rendtortenet/keptar/kalzanci-t-picanyol1949.htm